RIANIMAZIONE INDISPENSABILE PER L’OSPEDALE DI VOLTERRA

La miglior difesa è l’attacco, asseriva qualcuno. La verità è che l’azione del Comitato non può esaurirsi nella mera denuncia dei tagli. Iniziamo a pensare quello che serve all’Ospedale di Volterra per assolvere pienamente e con dignità alla funzione di “ospedale”. Se si cammina mangiando un gelato con il cono e qualcuno ci toglie il cono, non abbiamo più un “gelato col cono”. Per di più sussiste il rischio concreto di non sapere più che farsene di una palla di gelato da tenere in mano… E’un po’ quello che sta succedendo al nostro ospedale. Piano piano, un pezzettino per volta, ci stanno distruggendo il cono. Alla fine quello che rimane non ci piacerà. Saremo già stati addomesticati a curarci altrove. Per questo motivo è necessario pensare un ospedale che possa reggere le sfide del presente e del futuro.

Come si fa del resto quando viene progettato un nuovo ospedale. Pensiamo alla lungimiranza di chi ha pensato che il vecchio ospedale in via Roma non avrebbe retto il passo coi tempi. Dov’è adesso questa lungimiranza? I nostri amministratori non riescono ad intravedere qualsiasi cosa si trovi al di là del proprio naso. Se fosse rimasto in centro, il vecchio ospedale sarebbe stato chiuso da tempo, come è successo per altri piccoli nosocomi. Adesso siamo in un momento cruciale, non si può rimanere fermi, il rischio è di scomparire. E’ necessario interrompere una volta per tutte la perversa spirale dei tagli e chiedere quello che serve per camminare con le proprie gambe. Inutile costruire un “gigante riabilitativo” con le gambe di burro, rappresentate dall’ospedale, sempre più svuotato della sua funzione di “servizio per la popolazione”. Alle riabilitazioni deve potersi affiancare un ospedale di qualità. Non servono la Neurochirurgia o i Trapianti a Volterra. L’ospedale deve avere i requisiti di base. E fra questi c’è la Rianimazione. In un’ottica di ristrutturazione del dipartimento Emergenza – Urgenza non può certo bastare la “camera calda”, ingresso per le ambulanze che, con grande dispendio di energie, stanno costruendo adesso davanti al Pronto soccorso. Serve l’attivazione di un vero e proprio “repartino” di Rianimazione polivalente. In un primo momento il decollo di un servizio di “guardia attiva anestesiologica”, quindi tre posti letto di Rianimazione e una piccola Astanteria, possibilmente adiacente al Pronto soccorso. Perché la Rianimazione? Perché come siamo messi adesso, anche un incidente stradale un po’ più complicato (politrauma) deve essere spedito a Pontedera. E c’è già un accordo non scritto in tal senso. E poi la Chirurgia… Il futuro della chirurgia a Volterra è nella mini – invasiva, ci dicono dall’alto. Magari un domani sarà nelle unghie incarnite, in un ambulatorio aperto il mercoledì dalle 15 alle 15.30… Certo è che se un grosso intervento si complica c’è bisogno della Rianimazione. E noi non l’abbiamo. Senza contare che l’attivazione di posti letto di rianimazione è un’esigenza che nasce anche dalla presenza della nascitura “riabilitazione respiratoria”, di cui si sottolinea insistentemente l’unicità nel panorama toscano. La “Riabilitazione cardiologica” non trae forse beneficio dal fatto che c’è un’Unità di Terapia Intensiva Coronaria accanto? La presenza continua degli anestesisti, come dimostra il recente caso della bambina prontamente intubata e trasportata a Genova, garantirebbe una sicurezza per l’intero presidio ospedaliero nonché per Auxilium Vitae e Inail, con particolare riferimento all’attività di Pronto soccorso, riabilitazione respiratoria, Unità di Gravi Cerebrolesioni Acquisite e area materno – infantile. Un sogno? Per noi una necessità improrogabile. Non mancano neppure gli spazi adeguati. L’area della ex-Dialisi, posta sullo stesso piano tra il Pronto soccorso ed il Blocco operatorio, costituirebbe il sito ideale. Volete sapere dove sta il nocciolo del problema? Questo tipo di approccio orientato al miglioramento “reale” dei servizi cozza frontalmente con le mire di chi vuole fare di questo ospedale soltanto un semplice ambulatorio.

Marco Buselli Comitato Difesa Ospedale di Volterra