Regolamento Urbanistico

CENTO ETTARI, QUATTROCENTO PECORE O CINQUANTA VACCHE
STRETTISSIMI I VINCOLI PER EDIFICARE FABBRICATI RURALI


Un centinaio di persone ha partecipato all’assemblea pubblica indetta dalla Lista civica. L’argomento, il nuovo regolamento urbanistico, interessa molti.
L’incontro ha catalizzato l’attenzione di molti addetti ai lavori, degli agricoltori, dei professionisti. Ma anche della gente comune.

Ospite della serata l’avvocato Altavilla, che ha ben illustrato i punti del piano. Questo Regolamento Urbanistico “ha un grosso limite di fondo – inizia Altavilla – ed è quello di essere molto virtuale e poco concreto”.
Un esempio l’urbanizzazione prevista. “Siete sicuri che si costruirà realmente quel che si programma nei piani? E’ nota la difficoltà di consorziare anche solo due proprietari” L’area in cui è prevista la realizzazione di nuove unità abitative è molto estesa, ma sarebbe vincolata all’attivazione di “piani complessi d’intervento”.
Una modalità questa che taglierebbe fuori tutte le ditte del luogo, che non avrebbero le spalle abbastanza grosse per sostenere questo tipo di progetto.

Allarmati anche gli agricoltori. “Le zone a destinazione agricola non sono considerate realmente aree produttive”. Da qui lacci e laccioli che impedirebbero alla piccola e media impresa agricola qualsiasi tipo di sviluppo.
“Se mi volessi dare all’attività agreste in quel di Volterra – commenta sorridendo Altavilla – dovrei prima mettere vacche o pecore nel mio studio, poi mi darebbero l’autorizzazione a fare un fabbricato rurale...”
Alcuni particolari di queste norme sarebbero addirittura kafkiani. Le regole pensate per l’edificazione di abitazioni rurali richiedono infatti agli imprenditori agricoli requisiti quali almeno cento ettari di superficie agricola produttiva, quattrocento pecore e/o cinquanta vacche.
Oppure un bel vigneto specializzato di almeno dieci ettari di estensione con impianto di vinificazione in proprio.

Ma il piano avrebbe grosse lacune anche sulle attività produttive. Pressoché inesistente la previsione di ampliamento della zona industriale a Saline. Novemila metri quadri.
L’equivalente di un grosso capannone. Poco, secondo il Comitato Promotore della Lista Civica, specie se confrontato ad altre realtà.
Negativo infine il giudizio complessivo del relatore sull’intero piano. “La parte industriale non esiste o quasi – continua Altavilla - la residenziale è congegnata in modo che sia pressoché virtuale e la parte agricola viene in questo modo pesantemente mortificata”.

Marco Buselli