Marco Buselli è Sindaco di Volterra.
Amministra la Città con la Lista Civica "Uniti per Volterra".
Il simpatico VOLTERRANO
Sul blog Ufficiale della Lista Civica sono state pubblicate alcune Sue poesie, quelle che invia alla Spalletta e che da poco invia anche ai nostri indirizzi mail.
Leggi il post sul blog della Lista Civica
Mi ha inviato oggi stesso una nuova poesia, che uscirà domani sulla Spalletta, riguardo il corteo "Volterra Colle a 30 all'ora".
Grazie Volterrano, non conosco la tua identità ma mi piace quello che scrivi e come lo scrivi.
Pubblico qui la tua poesia sul corteo, è piacevole leggere queste rime.
" Il Corteo "
Bellissimo il corteo a trenta all'ora
da qui a Colle sol per protestare,
seguendo quella via che disonora
coloro che son stati a comandare...
Se siam ridotti male non è il fato...
La nostra storia e ancor di più il futuro,
tutto s'è compromesso, ingarbugliato;
da noi non è caduto ancora il "muro"!
L'ideologie false e supponenti,
per sessant'anni, sono stati lacci
a rafforzare solo quei potenti
che ci hanno dato solo...calcinacci!
Senza lavoro, senza sentimenti
e con le strade degne del Baldacci!
"IL Volterrano"
VOLTERRA COLLE A 30 ALL'ORA - UN SUCCESSO !!
Leggete l'articolo nel Blog Ufficiale della Associazione SOS Volterra
"Tutti in fila contro la strada killer"
Numerose le moto, che ogni weekend di sole affollano la stretta carreggiata dall’asfalto sconnesso, che sfrecciavano a fianco delle auto incolonnate.
Il ritrovo al parcheggio volterrano della Docciola. Poi le testimonianze di chi tutti i giorni percorre la “strada killer”, com’è stata ribattezzata, per recarsi a lavoro. Mario Sarperi è uno di quelli: «Da 15 anni, ogni mattina, raggiungo una vetreria di Colle Val d’Elsa dove lavoro. Ho circa 40 colleghi volterrani e un’a ltra sessantina di compaesani che sono occupati nella cittadina senese. La provincia di Siena accoglie il 75% dei lavoratori volterrani. È la zona con il maggior numero d’industrie a noi più vicina, ma sono in molti ad abbandonare la nostra città per trasferirsi più vicino al luogo di lavoro ed evitare così i problemi della mobil
«È dal 1984 che sentiamo discutere di un ammodernamento della strada regionale 68 - ha detto Pietro Fiume, presidente della Pro Loco di Volterra - ma al di là di progetti e buone intenzioni non è mai stato fatto nulla. Siamo abbandonati a noi stessi e anche il flusso turistico per la nostra città ne risente». Da Volterra a Colle Val d’Elsa si raggiunge facilmente anche Firenze. In tutto sono circa 70 chilometri, ma molti pullman con a bordo stranieri in visita in Toscana preferiscono evitare la regionale 68 e passare da Pontedera per raggiungere il capoluogo toscano, allungando il tragitto di più di 20 chilometri. «Molti tour operator ci dicono che
Gli organizzatori della manifestazione hanno consegnato all’a mministrazione comunale 4.586 firme per chiedere la messa in sicurezza della strada incrimi
Fonte: iltirreno.it
VOLTERRA: PROTESTA A TRENTA ALL'ORA
Domenica 24 Maggio 2009 10:55 |
Un'autocolonna di 70 vetture condotte alla velocità minima di 30 chilometri all'ora tra Volterra (Pisa) e Colle Val d'Elsa (Siena) per protestare contro i morti e le condizioni della strada regionale 68: questa l'iniziativa organizzata nel pomeriggio dall'associazione Sos alla quale aderiscono i pendolari che ogni giorno si recano nella provincia di Siena. La Sr 68 è considerata una 'strada killer' per i numerosi morti e feriti in incidenti stradali verificatisi a causa dell'asfalto sconnesso e dell'andamento della strada, che conta ben 103 curve in 26 chilometri. Il percorso è anche battutto dalle auto e dai pullman di turisti in movimento fra le città d'arte e da numerosi motociclisti nel fine-settimana. Durante la protesta sono stati lanciati slogan ed esposti striscioni dalle carrozzerie delle auto con scritte tipo "le curve son belle, ma nelle donne" e "per una strada al posto di una mulattiera". I manifestanti hanno consegnato anche un elenco di 4.586 firme all'amministrazione comunale di Volterra chiedendo d'intervenire. |
Fonte: canale50.tv
ANCORA TURISTI A NUMERO CHIUSO
NOI NON MOLLIAMO, CHIEDIAMO E CERCHIAMO I PERCHE' DI QUESTA SCELTA.
MOLTE ATTIVITA' IN CENTRO RISCHIANO DI VEDER DIMINUIRE I LORO INTROITI,
NON SOLO, ANCHE QUEST'ANNO NE APRIRANNO DI NUOVE.
AUMENTANO LE ATTIVTA' E DIMINUIAMO I TURISTI ?
CON QUALE DIRITTO SI LIMITANO I TURISTI,
PIUTTOSTO OFFRIAMO LORO MAGGIORI SERVIZI !
IL TURISMO SOSTENIBILE SI BASA IN PRIMO LUOGO SUI SERVIZI DI UNA CITTA',
SE QUESTI MANCANO NON SI PUO' RIFARSELA SUI TURISTI,
IL CHE VUOL DIRE RIFARSELA SUI CITTADINI !
QUA ANDIAMO AL CONTRARIO !!
La scioccante proposta verrebbe proprio dall’Amministrazione provinciale di Pisa. In nome del “turismo sostenibile” si pianificherebbe in realtà un ipotetico accesso a numero chiuso dei turisti per Volterra e S. Miniato. “Per entrarvi dovranno programmare anticipatamente la presenza verificandone la possibilità di accesso” sarebbe stato, secondo il consigliere provinciale Maurizio Lucchesi, l’intervento dell’Assessore al turismo in fase di chiusura della Conferenza del 22 gennaio 2009. La denuncia viene infatti da un’interpellanza provinciale del consigliere dell’Udc Lucchesi. La sintesi delle proposte della Conferenza Provinciale del Turismo indicherebbe proprio il “turismo sostenibile come nuovo modello di sviluppo”, aprendo così “il sipario su un concetto di turismo condizionato dalla “capacità di carico”delle città”. Il vicepresidente della Provincia Sanavio e l’Assessore al turismo avrebbero insistito su questi concetti. “La proposta prevede obbligatoriamente un abbassamento del numero delle presenze dei turisti nei luoghi citati” replica Lucchesi, ribadendo che per “le città di Volterra, S. Miniato ed in alcuni siti della città di Pisa non necessita assolutamente il numero chiuso dei turisti, specialmente in questi tempi di forte crisi economica. E neanche dopo, a meno che l’Amministrazione Provinciale non riesca a volgere in positivo l’attuale precario afflusso turistico”. “Grandi numeri, ma limitate presenze, con turisti che permangono un solo giorno e che raramente ritornano” continua Lucchesi, spiegando che la disposizione si abbatterebbe principalmente sui “piccoli esercenti che sopravvivono già con gravi difficoltà e su tutto l’indotto che gravita sul turismo locale”. Pare che l’Amministrazione Provinciale giustifichi il progetto indicando un’iniziativa sul tema della sostenibilità promossa dalla Regione Toscana nel 2007 insieme alle regioni di Provenza e Catalogna. Lucchesi fa riferimento anche ad altre realtà toscane, quali Firenze, Siena e San Gimignano, che si guarderebbero bene “dal programmare iniziative come quelle proposte dell’Amministrazione Provinciale di Pisa”. La Provincia e i Comuni interessati, ormai in fase di conclusione del mandato amministrativo, potrebbero però intraprendere percorsi miranti ad un turismo a numero chiuso. Nel finale della sua interrogazione Lucchesi chiede quali siano le concrete necessità che impongono la decisione del numero chiuso dei turisti alle città d’arte e quale danno arrechino gli attuali numeri alle città di Volterra e S. Miniato. La città etrusca, seppur soggetta a difficoltà economiche, resta comunque la prima meta museale dell’intera provincia, sbaragliando anche la concorrenza del capoluogo. “Non è che vogliono limitare Volterra?” si chiede Francesco, giovane studente di Beni culturali. Lucchesi si chiede anche se “l’attuale presenza dei turisti ai siti sia più invadente ed impattante dei piccioni, dell’inquinamento, della mancata manutenzione da parte delle Amministrazioni”, ipotizzando che infine si voglia indirizzare su Volterra solo un turismo di elite.
LA MAGICA NOTTE BIANCA DI VOLTERRA
VOLTERRA anno 2008. Scrivevo....
Regina del divertimento per una notte. La città si riempirà di luci, suoni, colori. Accadrà il 12 luglio e il 9 agosto. In occasione di "notte bianca". Ma numerosi saranno anche gli eventi culturali che caratterizzeranno la serata. Che avrà alle diciassette un piacevole preludio gastronomico. Piazza della Pescheria, sotto le austere case-torri, ospiterà infatti la prima edizione di Mercato&Gusto, rassegna enogastronomica all’insegna dei sapori genuini di una volta. Ma come un antico scrigno Volterra farà ammirare anche i suoi tesori. Il Museo Etrusco, la cui visita sarà allietata da musica dal vivo. Ma anche la Pinacoteca Civica, dove si esibiranno gli allievi dell’Accademia della Musica Città di Volterra. E poi il Museo di Arte Sacra, la Collezione Rosi e il Teatro Romano. Dove, nell’ambito del Festival Internazionale, si declameranno le “Rime etrusche al Teatro Romano”. Tutto questo mentre le strade della città saranno invase da gente in festa, balli, musica dal vivo in ogni angolo del centro storico. Un evento riuscito, la notte bianca a Volterra, che richiama giovani dal circondario ma anche visitatori da lontano. In Piazza dei Priori la festa continuerà con le danze e i canti popolari della Sardegna mentre, nella vicina Piazza Martiri della Libertà si potranno osservare le stelle, sotto la guida esperta del Gruppo Astrofili di Volterra, non nuovo a queste iniziative. Musica dal vivo anche alla “Pista” e nel verde contesto del Parco di San Pietro. Molti i negozi che staranno aperti fino a tarda notte, per rendere l’atmosfera ancora più viva e accogliente. Per i cultori dell’arte la mostra delle sculture del Simposio Internazionale Megalabastropolis e la possibilità di visitare fino a tardi la mostra Alabastri a Volterra, allestita nelle antiche sale del Palazzo comunale. Per coloro che vogliono divertirsi invece la movida continuerà fino a notte inoltrata. Non mancano neppure le curiosità e l’opportunità di assaporare angoli solitamente nascosti di Volterra. Tra questi il Pio Istituto Bonomini a due passi dal Duomo e la Vecchia Bottega dell’alabastro di Via Campanile, vero gioiello di un recente e fortunato passato. E per finire la visita alla Torre Campanaria del Palazzo dei Priori, il più antico edificio comunale della Toscana. Da lassù uno sguardo sulla brulicante città in festa, con vista sull’infinito.
PANCHINA VOLTERRANA O PIETRA SERENA
Amata e bistrattata. Studiata da alcuni e incompresa da altri. Questa la situazione del “panchino”, pietra locale ed elemento basilare nell’architettura e nel carattere urbano stesso di Volterra. Colore e sapore antico e profondo della città, grazie alle sue caratteristiche organiche che la rendono unica, questa pietra rischia di essere soppiantata, per il costo inferiore, dalla più comune pietra di Firenzuola. “La scelta che è stata imposta in via Gramsci, dove è stata appunto utilizzata questa pietra per la pavimentazione – argomenta l’architetto Renzo Marrucci – costituisce un esempio di come Volterra vada spengendo il naturale senso cromatico emozionale che il panchino le dona”. Ci si può rendere conto di questo passeggiando per le antiche vie del centro. Il panchino non è una pietra come un’altra. Viene dalle viscere stesse della città. Qua e là affiorano conchiglie e depositi di concrezioni fossili, incarcerati dal tempo. Segni indelebili di una città nata dal mare. “Deve essere evitato di snaturare ciò che abbiamo il dovere di conservare” prosegue Marrucci nel suo accorato appello; la pietra serena di Firenzuola è estranea al contesto ambientale, anzi “con la luce di Volterra non ha nulla in comune, ne contraddice e spegne l’atmosfera”, spiega ancora l’architetto. Negli anni cinquanta e sessanta sono stati effettuati dei veri e propri scempi, rimuovendo le antiche bozze e asfaltando alcune vie del centro. Negli ultimi anni l’utilizzo della contestata pietra serena. Ma nel cuore della città, nonostante l’incuria e scelte discusse, come la lastricatura di via Gramsci e quella più recente di installare i dossi dissuasori nel centro storico, la panchina rimane. E’ sempre li, da secoli silenzioso testimone delle vicende della città. Ancor più bella durante le giornate di pioggia, che ne esaltano le sfumature di colore, caleidoscopio unico di umori e sensazioni.
Notevoli le impressioni dell’architetto Marrucci, cultore della materia. “Sono appena rientrato da Volterra e tutte le volte mi capita sempre di esercitarmi sugli stessi pensieri che ricorrono come un vero autentico tradimento fatto alla bellezza di questa antica realtà urbana… Per esempio quando cammino o passeggio… Gli occhi mi vanno spesso a terra, sulla pavimentazione storica di Volterra, su quel bellissimo materiale che è la panchina gialla, tendente al rosa con venature di scuro bleu nella uniforme varietà di sfumature e alle conchiglie rimaste intrappolate dal tempo…Una pavimentazione che non è stata tutelata, né saputa tutelare dai vari funzionari della soprintendenza che si sono succeduti e che hanno approvato e permesso lo scempio grave dell’uso della pietra serena di Firenzuola. Una pietra che nulla ha in comune ma che contraddice e spenge l’atmosfera volterrana rivoltandola di quel grigio funereo che… Con la luce di Volterra non ha nulla in comune e semmai prelude alla morte e che bisogna combattere culturalmente e civilmente, fermarne l’uso… Chiedere tutela a chi deve darla per dovere e non per sufficienza di interesse. Ogni volta sento il tono ed il grigiore spento della scelta perpetrata da architetti insensibili o quanto meno ostili… Ma chi ha il dovere di proteggere una qualità che non deve scomparire? La pietra a Volterra non è soltanto materiale… è un colore è un umore della terra che si è solidificato nella vita antica e moderna, che gioca nell’aria atmosferica del colle volterrano e tocca all’intelligenza e alla coscienza dell’uomo curare e mantenere in vita…”
SILENZIO DEL CANDIDATO SINDACO DEL PD SULLA 68
Marco Buselli - SOS Volterra
PARCHEGGI SELVAGGI
Marco Buselli
PEPPINO IMPASTATO
Marco Buselli
CON LE UNGHIE E CON I DENTI
Che tanto non abbiamo i numeri per mantenere i servizi…
Che tanto non ci sono le condizioni per mantenere un ospedale decente e dovremmo accontentarci di un maxiambulatorio…
Che tanto la Stradale serve più a Pontedera che a noi…
Quante volte abbiamo sentito queste frasi… Parto da un piccolo episodio, paradigma e specchio di ben altre situazioni. Il fatto che, siccome non ci sono locali di divertimento in Alta Valdicecina, si è promosso l’esodo in quel di Pontedera e dintorni. Il fatto non è negativo di per sé, perché i ragazzi che vogliono andare a ballare là il sabato sera, invece di arrischiarsi sulle nostre pericolose strade, possono usufruire di un servizio che li accompagni. Ma a Volterra non ci si può divertire? Una delle feste dove mi sono divertito di più è stata proprio una serata messicana al ”QuoVadis”, le vecchie “Catacombe”. Locale che ci invidiano altrove e che una volta attraeva gente da tutto il circondario e oltre. Che dire poi delle notti bianche? Ogni volta che sono state fatte è stato un successo. E del concerto di Manu Chao?
Spesso invece si prescinde dalle nostre inveterate condizioni di arretratezza e difficoltà come fossero certezze inamovibili o dogmi imperscrutabili.
Anche i nostri governanti locali le considerano tali, quali leggi fisiche o matematiche, che ci condannano a non poter neppure pensare di cambiar la realtà.
Ne volete alcune di queste “tare genetiche” secondo loro immodificabili?
- Che un deficit della rete infrastrutturale ci collochi in “epoca granducale”
- Che il Comune di Volterra sia definito dalla Regione “zona a declino industriale”
- Che le multinazionali ci rapinino e ci devastino il territorio (salvo poi cercar di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati chiedendo un contentino per i danni che provocano)
- Che tutto quello che ci danno Provincia e Regione sia un regalo di cui esser grati e non un nostro sacrosanto diritto.
E sulla base di questi teoremi governano. Volete un altro tristo esempio? Nel programma del partito di maggioranza per la sanità volterrana si fa riferimento alla necessità di potenziare l’attività oncologica (cura dei tumori) perché da noi sono a più alta incidenza che altrove. Bene potenziare l’attività oncologica, è cosa giusta e buona, ma la prima cosa che mi verrebbe da pensare è : “Perché alcuni tipi di tumore nel nostro territorio raggiungono livelli allarmanti rispetto alla media provinciale e regionale?”
Non pensereste anche voi così dopo aver visto questi dati?
Tasso di mortalità per tumore all’utero Tasso di mortalità per tumore all’ovaio
Alta Valdicecina 20,65 Alta Valdicecina 21,45
Asl 5 Pisa 10,48 Asl 5 Pisa 21,45
Regione Toscana 9,41 Regione Toscana 11,20
Qualcuno potrà obiettare che ho citato argomenti troppo diversi tra loro per dimostrare chissà che cosa. Non voglio creare un teorema anch’io. Tranquilli… Ho solo fornito spunti di riflessione. Soltanto riuscendo a sviluppare lo spirito critico, la capacità di riflessione e la partecipazione personale alla “res publica”, senza considerare la realtà che ci circonda immodificabile, potremo pensare di incidere positivamente per cambiare quello che non ci piace. Con le unghie e con i denti.
SIENA APRE SULLA SR 68 E PISA RIFIUTA IL CONFRONTO
Siena apre le porte al rifacimento della SR 68 in direzione Volterra. Ma Pisa tace. Il termine sarebbe stato il 21 aprile, data dell’ultimo Consiglio prima delle elezioni. Ma la Provincia ha scoperto le carte prima. La “questione SR 68” non verrà ridiscussa pubblicamente in Provincia. Questa è la risposta definitiva alle oltre quattromila firme dei cittadini del Volterrano. Il plico era stato recapitato in Provincia direttamente da due aderenti a SOS. La mole ingente di firme della petizione ha di fatto rappresentato una novità assoluta per gli uffici amministrativi di Pisa. “Una richiesta di queste dimensioni non si è mai vista” fu il commento spontaneo. Ma l’effetto sorpresa è stato breve. La petizione non va discussa in Consiglio, bensì mediante una risposta scritta che verrà recapitata al primo firmatario. Questa la risposta data per telefono dalla segreteria della Provincia di Pisa. Decisione che alimenta un vero e proprio braccio di ferro con l’associazione. Che a fronte delle quattrocento firme richieste ne ha portate oltre quattromila. Di fatto la Provincia sembra non tenere conto del comma 3 dell’articolo 8 del proprio Statuto. “Il primo firmatario della petizione o della proposta può chiedere di illustrarla al competente organo della Provincia” recita il regolamento. Una possibilità che di fatto è negata a Piero Fiumi, presidente della Pro Volterra e primo firmatario della petizione. La possibilità di inserire la SR 68 tra le priorità del prossimo triennio era in effetti già stata negata. “Verso Pisa e verso il mare – disse l’assessore alla viabilità Santoni – sono le priorità che ci sono state indicate dai vostri amministratori”. “La SR 68 non è né al primo, né al secondo né al terzo posto delle cose da fare” confermò un’altra esponente di maggioranza durante il blitz dell’associazione in Consiglio. Tutto questo mentre nel Senese avvengono aperture importanti. “Non vogliamo tirarci indietro rispetto a questa problematica – dichiarò l’Assessore alla viabilità Silvana Micheli. Se inserito in un contesto di programmazione regionale, per la prima volta il progetto intraprenderebbe un percorso istituzionale”. Una vittoria storica, che in trenta anni che si parla di questa strada, non era ritenuta pensabile. Progetti di massima, come quello di Monteriggioni, una volta inseriti in programmazione regionale, sono poi stati realizzati a breve. Sensibilità positive quelle registrate a Siena, che hanno trovato riscontro anche nell’Istituto di Credito volterrano, da sempre attento allo sviluppo infrastrutturale ed economico della zona. Pro Volterra e SOS intanto continuano la raccolta firme e i contatti a livello istituzionale, ma non si escludono neppure altre clamorose forme di protesta. Il tratto Ariano – Roncolla, di competenza della Provincia di Pisa, era già stato oggetto di più mozioni presentate in Consiglio provinciale dall’Udc, ma sempre respinte. La stima approssimativa indicava in cinque milioni di euro la cifra per il completamento del tratto ricadente in provincia di Pisa. A fronte di ben nove milioni di euro stanziati per la discussa variante di Castelnuovo. Siena sarebbe disposta invece a muoversi per la porzione della SR 68 di sua competenza. Collegare la Valdelsa al mare e ai porti commerciali, ma anche aggirare l’abitato di Colle, decongestionando l’accesso in superstrada, potrebbero essere i vantaggi indotti per la città del cristallo. Sicurezza e una viabilità moderna in direzione Firenze – Siena avvantaggerebbero invece l’isolata Volterra, colmando il gap infrastrutturale che la penalizza. Dati dalla mano dal duemilauno al duemilanove tutti i lavori appaltati in Provincia non avrebbero riguardato il territorio del comune di Volterra, eccetto i cento metri in prossimità del bivio di Roncolla.
Marco Buselli
LE FIRME SALGONO A QUOTA QUATTROMILAQUATTROCENTO!!
Sfondano quota quattromilaquattrocento le firme per l’adeguamento della SR 68 Volterra – Colle. Una cifra importante in un comune, come quello di Volterra, che supera di poco gli undicimila abitanti. Continua puntualmente anche la sequela di incidenti sulla strada in questione, molto frequentata da pendolari e turisti.
TAGLIANO LA COMUNITA’ MONTANA: CHIEDIAMO IL CIRCONDARIO…
Attenzione però: il concetto di circondario non può essere svuotato e assunto solo come contenitore per riciclare i profughi della comunità montana: un mero cambiamento di sigla costituirebbe un errore madornale e persino la perdita di un’occasione unica ed insperata. Il circondario può rappresentare un valido escamotage per non perdere le funzioni svolte dalla comunità montana. Ma il circondario è una cosa diversa. E’ necessario ridefinirne la pertinenza geografica e ridisegnarne le funzioni, rimodellandole sulla scorta delle nuove esigenze. L’ambito territoriale potrebbe coincidere con quello di altre istituzioni, includendo i cinque comuni dell’Alta Val di Cecina assieme a Casale Marittimo, Guardistallo, Montescudaio, Castellina e Riparbella. Realtà vicine a noi, come il vitale circondario dell’Empolese-Valdelsa, sono riuscite nel tempo a ritagliarsi un ruolo importante, accedendo anche a fondi e finanziamenti prima impensabili. Empoli, nel giro di pochi anni, investendo sul futuro delle professioni sanitarie, ha realizzato un distaccamento dell’Università di Firenze coprendo tutta la gamma della formazione accademica, dalle Lauree triennali fino ai Dottorati di ricerca. Il nostro territorio non ha lo stesso peso specifico, ma l’istituzione di un circondario renderebbe molte cose più facili, compreso difendere le istituzioni presenti sul territorio da tagli e soppressioni selvagge. L’annunciato scioglimento della nostra comunità montana non è un fatto positivo, ma possiamo sfruttare l’attuale congiuntura per avere qualcosa di più.
Marco Buselli
LA SOVRINTENDENZA SCAGIONA IL PERSONALE
Infuria la polemica sul piatto etrusco rotto al museo Guarnacci. Inizialmente le dichiarazioni del direttore Alessandro Furiesi avrebbero addossato indirettamente la responsabilità dell’accaduto sui dipendenti. L’antico piatto, il cui valore era testimoniato anche da un’iscrizione etrusca posta nel centro, sarebbe invece caduto dalla teca di vetro dove era esposto a seguito delle forti vibrazioni causate dalla caduta accidentale di un apparecchio elettronico, sostenuto da un tecnico di Volterrateatro. Questo quello che emerge dalla puntigliosa replica di Umberto Bavoni e Marzia Bello, in servizio quel giorno al museo. A far chiarezza interviene ora la Sovrintendenza Archeologica, nella figura della Dottoressa Annamaria Esposito. “Il personale di custodia risulta essere completamente estraneo ai fatti in questione” precisa la Dottoressa in una nota del 28 luglio inviata agli organi competenti. La comunicazione è una “doverosa precisazione” che, oltre a scagionare gli operatori, mette in rilievo la loro competenza e dedizione, che permette di mantenere aperto il museo ben undici ore al giorno. Uno scritto, quello della Dottoressa Esposito, che sconfesserebbe completamente la versione iniziale, peraltro poi ritrattata, del dirigente comunale. Per il quale i fatti sarebbero invece avvenuti durante routinarie operazioni interne al museo. Un’accusa grave, che se non contestata, poteva costare cara. Centocinquanta - duecentomila € sarebbe a grandi linee il valore assicurativo dell’opera, per cui la Soprintendenza si varrà per il risarcimento in sede civile. Ma un’attenta lettura delle dichiarazioni e le testimonianze dei presenti avrebbero portato la Dottoressa Esposito ad affermare con chiarezza che la dichiarazione iniziale del Furiesi “non corrisponde alla reale dinamica dell’incidente”. Il piatto intanto, in attesa di essere restaurato, pare non versare in buone condizioni. Cinque i frammenti più grandi. Ma numerose sono anche le schegge, di cui alcune non più recuperabili. Il reperto non sarà quindi ricomponibile al cento per cento. Da un primo esame sembrerebbero evidenti “le lacune non integrabili”. Per il futuro la Dottoressa Esposito auspica che chi abbia accesso al museo per altri motivi esibisca regolare permesso rilasciato dalle autorità competenti. Maggior controllo, quindi, ma il problema di fondo sussiste. Un museo “vecchio” il Guarnacci, come recentemente denunciato dal Tirreno, con una serie di problematiche strutturali e di gestione. Un patrimonio di immenso valore, con criteri di esposizione e modalità di fruizione ormai datate. Mentre altri musei puntano su tecnologie multimediali o su nuove acquisizioni di reperti al Guarnacci tutto è fermo da anni. Da tempo si cercano nuove soluzioni. Le ipotesi vanno dal riuso degli stessi ambienti cambiandone la filosofia di fruizione al cambio di location, ritenuta ormai poco funzionale. In lizza l’ex Conservatorio di San Pietro e secondo altri la Fortezza. Nel frattempo al museo etrusco calano costantemente le presenze, scese da 100.000 a 75.000 visitatori all’anno. Scelta vincente sembra essere stata altrove la gestione centralizzata dell’intero sistema museale di un territorio. Soluzione già attuata dai comuni della vicina Val di Cornia, con risultati molto positivi dal punto di vista della promozione e dell’ottimizzazione delle risorse. L’idea di un sistema museale integrato è stata lanciata di recente anche dall’On. Costantino Belluscio, il cui padre era Commissario delle Saline di Volterra, per rilanciare la valorizzazione dell’archeologia industriale nel territorio del volterrano.
RIANIMAZIONE INDISPENSABILE PER L’OSPEDALE DI VOLTERRA
Come si fa del resto quando viene progettato un nuovo ospedale. Pensiamo alla lungimiranza di chi ha pensato che il vecchio ospedale in via Roma non avrebbe retto il passo coi tempi. Dov’è adesso questa lungimiranza? I nostri amministratori non riescono ad intravedere qualsiasi cosa si trovi al di là del proprio naso. Se fosse rimasto in centro, il vecchio ospedale sarebbe stato chiuso da tempo, come è successo per altri piccoli nosocomi. Adesso siamo in un momento cruciale, non si può rimanere fermi, il rischio è di scomparire. E’ necessario interrompere una volta per tutte la perversa spirale dei tagli e chiedere quello che serve per camminare con le proprie gambe. Inutile costruire un “gigante riabilitativo” con le gambe di burro, rappresentate dall’ospedale, sempre più svuotato della sua funzione di “servizio per la popolazione”. Alle riabilitazioni deve potersi affiancare un ospedale di qualità. Non servono la Neurochirurgia o i Trapianti a Volterra. L’ospedale deve avere i requisiti di base. E fra questi c’è la Rianimazione. In un’ottica di ristrutturazione del dipartimento Emergenza – Urgenza non può certo bastare la “camera calda”, ingresso per le ambulanze che, con grande dispendio di energie, stanno costruendo adesso davanti al Pronto soccorso. Serve l’attivazione di un vero e proprio “repartino” di Rianimazione polivalente. In un primo momento il decollo di un servizio di “guardia attiva anestesiologica”, quindi tre posti letto di Rianimazione e una piccola Astanteria, possibilmente adiacente al Pronto soccorso. Perché la Rianimazione? Perché come siamo messi adesso, anche un incidente stradale un po’ più complicato (politrauma) deve essere spedito a Pontedera. E c’è già un accordo non scritto in tal senso. E poi la Chirurgia… Il futuro della chirurgia a Volterra è nella mini – invasiva, ci dicono dall’alto. Magari un domani sarà nelle unghie incarnite, in un ambulatorio aperto il mercoledì dalle 15 alle 15.30… Certo è che se un grosso intervento si complica c’è bisogno della Rianimazione. E noi non l’abbiamo. Senza contare che l’attivazione di posti letto di rianimazione è un’esigenza che nasce anche dalla presenza della nascitura “riabilitazione respiratoria”, di cui si sottolinea insistentemente l’unicità nel panorama toscano. La “Riabilitazione cardiologica” non trae forse beneficio dal fatto che c’è un’Unità di Terapia Intensiva Coronaria accanto? La presenza continua degli anestesisti, come dimostra il recente caso della bambina prontamente intubata e trasportata a Genova, garantirebbe una sicurezza per l’intero presidio ospedaliero nonché per Auxilium Vitae e Inail, con particolare riferimento all’attività di Pronto soccorso, riabilitazione respiratoria, Unità di Gravi Cerebrolesioni Acquisite e area materno – infantile. Un sogno? Per noi una necessità improrogabile. Non mancano neppure gli spazi adeguati. L’area della ex-Dialisi, posta sullo stesso piano tra il Pronto soccorso ed il Blocco operatorio, costituirebbe il sito ideale. Volete sapere dove sta il nocciolo del problema? Questo tipo di approccio orientato al miglioramento “reale” dei servizi cozza frontalmente con le mire di chi vuole fare di questo ospedale soltanto un semplice ambulatorio.
Numero chiuso ai Turisti
Invece di impegnarci nel dare servizi migliori ai Turisti, li mandiamo via [?]
Scatena un vespaio di polemiche la proposta della Provincia di mettere il numero chiuso per i turisti a Volterra.
Sul piede di guerra commercianti e albergatori, ma anche ristoratori e baristi.
“Quello che dà benessere è la gente comune che va in giro. Ed è il vero motore dell'economia – commenta Vito Finazzo, del Bar L'Incontro – Chi è ricco vuole strutture di un certo livello, che poi a Volterra non ci sono. Non hanno neanche fatto una scuola alberghiera qua. In definitiva è il turismo di massa è quello che porta ancora un po' di ricchezza. Poi le città devono essere aperte a tutti”.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Alessandro Corda, di ALI Alabastri: “Anche solo il concepire un'ipotesi di questo genere provocherà un ritorno d'immagine negativo, perché sarà data l'impressione che potranno esserci problemi organizzativi per i turisti in arrivo a Volterra”.
“E' profondamente sbagliata anche l'idea che per promuovere un turismo di elite si debba partire dall'eliminazione del turismo di massa – continua Corda – se la maggior parte dei negozi sopravvive dipende proprio dagli attuali flussi turistici. Inutile poi volere il turismo di elite – chiude Corda – e presentare la città come la vediamo”.
Contraria all'ipotesi anche Vitalina Moroz, presidente della consulta stranieri e barista del Bar Martini: “Se qualcuno vuole visitare Volterra perché impedirglielo? Se viene gente porta un po' di benessere, se ne viene di meno i problemi aumentano.
Magari bisognerebbe fare qualcosa per attirare i turisti, non per allontanarli”.
Regolamento Urbanistico
STRETTISSIMI I VINCOLI PER EDIFICARE FABBRICATI RURALI
Un centinaio di persone ha partecipato all’assemblea pubblica indetta dalla Lista civica. L’argomento, il nuovo regolamento urbanistico, interessa molti.
L’incontro ha catalizzato l’attenzione di molti addetti ai lavori, degli agricoltori, dei professionisti. Ma anche della gente comune.
Ospite della serata l’avvocato Altavilla, che ha ben illustrato i punti del piano. Questo Regolamento Urbanistico “ha un grosso limite di fondo – inizia Altavilla – ed è quello di essere molto virtuale e poco concreto”.
Un esempio l’urbanizzazione prevista. “Siete sicuri che si costruirà realmente quel che si programma nei piani? E’ nota la difficoltà di consorziare anche solo due proprietari” L’area in cui è prevista la realizzazione di nuove unità abitative è molto estesa, ma sarebbe vincolata all’attivazione di “piani complessi d’intervento”.
Una modalità questa che taglierebbe fuori tutte le ditte del luogo, che non avrebbero le spalle abbastanza grosse per sostenere questo tipo di progetto.
Allarmati anche gli agricoltori. “Le zone a destinazione agricola non sono considerate realmente aree produttive”. Da qui lacci e laccioli che impedirebbero alla piccola e media impresa agricola qualsiasi tipo di sviluppo.
“Se mi volessi dare all’attività agreste in quel di Volterra – commenta sorridendo Altavilla – dovrei prima mettere vacche o pecore nel mio studio, poi mi darebbero l’autorizzazione a fare un fabbricato rurale...”
Alcuni particolari di queste norme sarebbero addirittura kafkiani. Le regole pensate per l’edificazione di abitazioni rurali richiedono infatti agli imprenditori agricoli requisiti quali almeno cento ettari di superficie agricola produttiva, quattrocento pecore e/o cinquanta vacche.
Oppure un bel vigneto specializzato di almeno dieci ettari di estensione con impianto di vinificazione in proprio.
Ma il piano avrebbe grosse lacune anche sulle attività produttive. Pressoché inesistente la previsione di ampliamento della zona industriale a Saline. Novemila metri quadri.
L’equivalente di un grosso capannone. Poco, secondo il Comitato Promotore della Lista Civica, specie se confrontato ad altre realtà.
Negativo infine il giudizio complessivo del relatore sull’intero piano. “La parte industriale non esiste o quasi – continua Altavilla - la residenziale è congegnata in modo che sia pressoché virtuale e la parte agricola viene in questo modo pesantemente mortificata”.
Il sottopasso inguardabile
A prescindere dal gusto artistico, su cui è lecito discutere, il sottopasso di Volterra rappresenta un altro esempio del degrado della città.
Quello fotografato sotto, a Hall in Tirol, città austriaca di diecimila abitanti come Volterra, rappresenta invece un segno indiscutibile di senso civico e decoro.
Due sottopassaggi molto simili, ma quanta differenza.
Del sottopasso di Volterra “si può decidere di fare tutto, ma non di lasciarlo così”, si lamentano i passanti.
Inoltre quando piove il sottopassaggio diventa un vero e proprio acquitrino, pericoloso anche per la sicurezza di chi è costretto a passare di là.