Decentramento catastale nel caos... Volterra rischia!
Pontedera, Pisa e il Valdarno si sono attrezzati, Volterra no.
Stiamo parlando del trasferimento delle funzioni catastali ai comuni, effetto della finanziaria 2007. Le tre realtà citate hanno approfittato dell’occasione per costituire ciascuna un polo catastale di riferimento per il territorio circostante.
Altrimenti un provvedimento del genere, se non dovutamente imbrigliato, provocherà a breve gravi problemi per l’utenza e un aumento incontrollato della frammentazione organizzativa.
Ma sul Tirreno di qualche giorno fa troviamo la lista dei comuni che “avrebbero deciso di stare da soli nella gestione del catasto: Casale, Castellina, Castelnuovo Valdicecina, Guardistallo, Montecatini Valdicecina, Montescudaio, Monteverdi, Pomarance, Riparbella, Santa Luce, Palaia e Peccioli”.
A parte gli ultimi due o tre, gli altri sono i comuni del nostro comprensorio.
Perché Volterra non si costituisce polo catastale come hanno fatto gli altri?
E’ utile che si corra tutti in ordine sparso?
Negli ultimi mesi stiamo assistendo ad un fenomeno curioso.
La Comunità montana dell’Alta Valdicecina, dopo aver rischiato una chiusura senza appello, si sta svegliando dal torpore che la contraddistingue arrampicandosi sugli specchi nel tentativo di acquisire nuove competenze e spazi di visibilità.
Spesso con scivoloni penosi, come il neonato tributo sulla bonifica. Sembra che la Comunità montana stia premendo per ottenere la delega delle funzioni catastali per i comuni in oggetto.
Ma la sede dell’Agenzia del Territorio si trova a Volterra!
Si vuole forse operare un’assurda duplicazione dei ruoli, un aumento incontrollato della spesa pubblica, il trasferimento di personale qualificato, un depauperamento strutturale preludio a nuove chiusure?Ad alimentare il caos la situazione generale determinata dal provvedimento.
Delle circa 4800 delibere comunali prese in esame dall’Agenzia del Territorio ben 2248 risultano prodotte fuori dai termini ed illegittime, 1383 esenti da vizi di forma ma con numerosi problemi di ordine tecnico procedurale, 883 hanno manifestato la loro volontà pur in presenza di bacino di riferimento esiguo. Solo 286 delibere affidano all’Agenzia nel suo complesso tutte le funzioni catastali.
In questo contesto generale assai frammentato e confuso, tutto è ancora possibile.
Quello che sarebbe assurdo, ma non per questo come tale scongiurabile, è il dissolvimento dell’istituzione “catasto” a Volterra, erede di una tradizione secolare e consolidata.
Enti in difficoltà non possono restare a galla fagocitando funzioni che “storicamente” e funzionalmente non appartengono loro; sarebbe molto meglio per tutti se eccellessero nelle proprie competenze specifiche, cosa che non sempre è scontata.
Volterra deve diventare in tempi brevi, come hanno fatto il Valdarno, Pontedera e Pisa, polo catastale di riferimento per tutta l’area territoriale di competenza.
Marco Buselli