Il distaccamento della Polizia Stradale

In questi giorni si rincorrono insistentemente voci sull’ennesimo taglio di servizi a Volterra. Sembra un accanimento senza tregua verso un territorio già martoriato per svariati altri motivi. Stavolta si tratta del Distaccamento di Polizia stradale.
L’altra settimana abbiamo esposto una sintesi della vicenda, di cui ricordiamo i tratti salienti. La struttura adibita ad ospitare la nuova sede del Distaccamento della Stradale di Volterra è pronta in attesa di essere resa definitivamente operativa. Non è vero che ci vorrebbero molti soldi. La vecchia sede crea problemi di agibilità e sicurezza e deve essere abbandonata. Constatando l’inagibilità della vecchia struttura e la difficoltà a reperire risorse aggiuntive per la nuova, l’Interregionale, dipartimento di Polizia per l’Italia centrale, ha proposto al Ministero dell’Interno la chiusura del Distaccamento di Volterra. I dipendenti sarebbero ricollocati negli uffici più vicini o trasferiti nelle sedi limitrofe.
Nel silenzio generale rischia così di compiersi un errore strategico madornale e pericoloso. Come per altri argomenti ci chiediamo: viene fatto qualcosa? C’è la volontà di svuotare totalmente delle funzioni di una città Volterra, da sempre punto di riferimento essenziale per un territorio vastissimo e complesso?
Nella provincia di Pisa abbiamo una Sezione di Polizia stradale a Pisa ed un solo Distaccamento, dislocato a Volterra. La soppressione del distaccamento di Volterra comporterebbe un vuoto incolmabile nel controllo e nella gestione del territorio. E questo è l’errore più grande. Proprio la posizione di Volterra le permette di avere un raggio d’azione ampio e strategico che Pontedera o Poggibonsi, troppo vicine alla Sezione provinciale di riferimento, non potrebbero avere. Non a caso il Distaccamento era stato istituito a Volterra e non a Pontedera, che dista un quarto d’ora da Pisa. Con la soppressione del Distaccamento di Volterra una vastissima zona della provincia, ma non solo di questa, rimarrebbe scoperta. Senza contare che la Stradale di Volterra, proprio per la sua posizione, sviluppa capacità operative molto ampie, che insistono su più province limitrofe.
Il paradosso è che la provincia di Pisa diverrebbe, nonostante la sua vastità, una delle pochissime province italiane ad avere un unico servizio di Polizia stradale nel solo capoluogo. Vista la conformazione della provincia stessa un’ipotesi di chiusura di Volterra diviene perfino imbarazzante.
Nella vicina provincia di Livorno, speculare alla nostra come conformazione geografica, anche se molto meno ampia, abbiamo una sezione a Livorno, una sottosezione a Rosignano Marittimo, distaccamenti a Cecina, Portoferraio e Venturina. Come è possibile pensare di avere solo una Sezione in provincia di Pisa?
Infine lo sviluppo già programmato della rete viaria da Cecina a Saline di Volterra, e da Saline di Volterra in direzione Pontedera, porterà un’indiscutibile aumento del traffico di merci e persone dall’interno verso la costa e viceversa, giustificando ulteriormente la presenza di un punto di riferimento importante, quale il Distaccamento della Stradale di Volterra.
Una vastissima area compresa tra Massa Marittima, Siena, Cecina, Empoli e Pisa (come si vede dalla cartina) sarebbe pericolosamente priva di un servizio essenziale.

APPELLO AI CITTADINI

La Pro Volterra ha aderito e si è resa disponibile ad ospitare una raccolta firme nella propria sede per il mantenimento del Distaccamento di Polizia stradale a Volterra. Ogni vostra firma sarà un NO deciso ad un altro sopruso…
M. Buselli P. Moschi – SOS Volterra

Ti regalerò una rosa

Ti regalerò una rosa è il brano che ha presentato al Festival di Sanremo il cantautore romano Simone Cristicchi. Il testo è struggente e porta a riflettere: parla dei "matti", recitando una lettera d'amore scritta dal manicomio, che evoca il dolore di un uomo privato della propria dignità. Forse spingerà ad illuminare una zona d'ombra del nostro vivere civile recente. Perché Cristicchi canta una storia vera. Sul palco di plastica di Sanremo.
L’episodio si rifà alle lettere che i ricoverati reclusi inviavano ai loro parenti dalla struttura manicomiale di Volterra, e in particolare di un paziente abbandonato a se stesso per più di 40 anni. Corrispondenza che veniva puntualmente censurata, le lettere non venivano spedite e le persone erano “sepolte vive” con il loro dolore e la loro solitudine interiore. “Corrispondenza negata - Epistolario dalla nave dei folli” è la raccolta dolorosa delle testimonianze condensata in un libro bellissimo e commovente, conservato nella nostra biblioteca comunale.
Anche in questo caso come in altri è importante non dimenticare e capire quello che è successo affinché non si ripeta mai più in futuro; per questo sarebbe bello poter raccogliere testimonianze, ricordi, e tutto ciò che ha rappresentato, nel bene e nel male, l’istituzione “manicomio” a Volterra, creando un “luogo della memoria” , un vero museo della psichiatria, magari tra quegli stabili abbandonati dove si è consumata un’epoca. Spero che la vendita di Poggio alle Croci non comporti ad esempio la distruzione dei fantastici graffiti di Oreste Nannetti, ma che quel luogo simbolo possa divenire una pagina viva nel cuore della nostra città.

Marco Buselli

Di seguito il testo della canzone di Cristicchi:

Ti regalerò una rosa.
Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare

Ogni piccolo dolore
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare

Ti regalerò una Rosa - Video



Ed ecco qui il video originale di Cristicchi.....

Polizia Stradale - Ancora in piazza

Ancora una volta in piazza… Stavolta è stato per la Stradale. Non ancora spenti gli echi della grandissima manifestazione svoltasi in difesa dell’ospedale cittadino, sabato lungo la città si è dipanato un corteo di protesta contro la chiusura del presidio di Polizia stradale di Volterra. Una mobilitazione riuscita, considerando i tempi risicati e le difficoltà organizzative. Avremmo però voluto vedere il sindaco in testa al corteo. E bandiere di tutti i colori… Altri sette posti di lavoro rischiano di lasciare per sempre la nostra città, per non considerare l’importanza di un servizio che, venendo a mancare, creerà un vuoto operativo nel raggio di 45 chilometri da Volterra. Ma qualcuno preferisce continuare a discettare sui “massimi sistemi” o difendere posizioni di potere acquisite, mentre quel che resta della città si sta sfaldando pezzo dopo pezzo.
Ma per noi non finisce qua: terremo gli occhi ben aperti per vedere cosa succederà alla nuova sede della stradale e informeremo la città. Il silenzio non cadrà anche su questa cosa…

Marco Buselli SOS Volterra

Le Streghe a Mandringa

Se fu facile per San Barbato abbattere il secolare Noce di Benevento e disperdere cosi le migliaia di streghe che vi si davano convegno, le difficoltà che avrebbe incontrato a Volterra sarebbero state tanto sovrumane da fargli perdere la speranza di poter sfrattare da Mandringa le malefiche allieve di Satana che schiamazzando vi si radunavano la notte del sabato.
Un conto fu tagliare l’albero, per quanto maestoso, e costruire sulle sue radici una chiesa;
un altro conto invece sarebbe stato distruggere quell’enorme masso che si staglia possente verso il cielo, sulla strada di Badia, avvolto nell’edera, nei rovi e nella madreselva.
Ai suoi piedi, sotto l’arco duecentesco, sgorga da sempre un’acqua limpida e pura, ritenuta in ogni tempo la migliore della città:
“ Chi sciacqua le lenzuola / alla Docciola, - ricordava il D’Annunzio nel Forse che si forse che no – convien che l’acqua attinga / alla Mandringa.
Attorno al masso, di giorno, ero tutto un vai e vieni di donne e di ragazzi, un continuo ciarlare spensierato che accompagnava la lunga teoria di brocche e di mezzine di rame assetate di quell’acqua fresca e gorgogliante.
Ma di notte, il sabato notte, poco prima che l’orologio di Piazza scandisse la fine di un altro giorno, un fruscio lento e rabbrividente penetrava l’aria gia greve e pregna di zolfo, seguito da un brusio che, sempre più marcato ed intenso, faceva da macabro preludio alla vorticosa danza delle streghe.
Le donne e i ragazzi ascoltavano terrorizzati nel dormiveglia le voci stridule e sghignazzanti delle streghe e, quando il lugubre stridio della civetta e il lamentoso miagolio dei gatti annunciavano l’arrivo di altre entità malvagie, neppure gli uomini avevano il coraggio di uscire di casa.
Sull’orlo delle Balze, un’altra notte di tregenda si stava consumando in onore del Principe delle Tenebre, ai piedi delle antiche mura, fra il sacro tempio dei Patroni e il diruto cenobio dei Camaldolesi. "

( tratto da “ Volterra magica e misteriosa “ di Franco Porretti, prefazione di Enzo Biagi – Pacini Editore, pagg 285/286 )

Come riuscire a distruggere e banalizzare la poesia di un luogo così suggestivo?
L’acqua, ricordata come la migliore di Volterra dai tempi dei tempi, risulta pressoché inutilizzabile, nessuna targa indica le caratteristiche del luogo ne invita a soffermarvisi, un guardrail a fascia doppia posto in prossimità della fonte ne limita pesantemente la visuale ed il capolavoro si completa con un gigantesco cartello pubblicitario che si staglia dinanzi all’arco duecentesco.
Quando poi a primavera le erbacce infestano l’intera area della fonte per tempi generalmente biblici, non resta che chiudere gli occhi ed attingere alle sensazioni evocate dal fantastico libro del compianto concittadino Franco Porretti.

Marco Buselli

Sogno

Sogno…
Perché sognare ti permette di costruire un futuro migliore.
Sogno che la nostra città possa tornare ad essere degna del nome che porta e del passato che la rende ovunque famosa.
Sogno Volterra città universitaria, Volterra con il treno a cremagliera, Volterra punto di riferimento culturale, artistico, economico, per un territorio da lei geneticamente inscindibile… una Volterra che non abdichi al ruolo che la storia scrisse per lei, che riscopra le proprie radici e riesca da queste a trarre linfa per il futuro.
Volterra città viva, la “Volterra delle notti bianche”, piena di giovani e vitalità, carica di iniziative e occasioni di incontro in tutti i mesi dell’anno. Non più solo d’estate…
Non mi piace vedere una città che diventa “paese”.
Ignorata dai potenti, razziata di servizi e opportunità, crogiuolo di interessi personali…
Ma questa è poi la storia dei nostri giorni. Storia di lotte per mantenere l’indispensabile, storia di degrado, indifferenza e colpevole disimpegno.
A tutti coloro che non si impegnano e non prendono mai posizione, sia che si parli dell’ospedale o di politica internazionale, che si lamentano all’occorrenza, non fanno niente per cambiare e coltivano solo l’interesse personale, le bellissime e sempre attuali parole di Gramsci…

“Odio gli indifferenti,
perché mi dà noia il loro piagnisteo
di eterni innocenti.
Domando conto ad ognuno di essi
come ha svolto il compito
che la vita gli ha posto
e gli pone quotidianamente,
di ciò che ha fatto
e specialmente di ciò che non ha fatto.
E sento di poter essere inesorabile,
di non dover sprecare la mia pietà,
di non dover spartire con loro le mie lacrime…
Vivo. Sono partigiano.
Perciò odio chi non parteggia,
odio gli indifferenti”.

Antonio Gramsci (Scritti giovanili)

Volterrani "liberi di non scegliere"

Ho sempre pensato che in politica la sinistra si differenziasse dalle destre essenzialmente per la difesa dei più deboli, ma come noi tutti, ogni giorno di più sono costretto a constatare che la realtà tangibile è ben diversa.
Oggi quella che si chiama “sinistra” in Italia e nel mondo fondamentalmente ha due anime: la prima che nella pratica si è arresa all’economia di mercato e ai suoi dogmi, l’altra che si ostina a credere che un altro mondo è possibile.
Nella nostra amata regione, rossa da sempre, può accadere che, per rincorrere il mito odierno dell’efficienza / efficacia / razionalizzazione, si perdano di vista gli ormai solo sbandierati principi che dovrebbero specificamente connotare l’agire di un governo di sinistra, per arrivare infine a danneggiare i più deboli, gli svantaggiati, quelli che non rispondono ai criteri e alle leggi non scritte del dio mercato.
Il bello è che a parole chi ci governa si sciacqua ancora la bocca con quei principi che nella realtà poi sistematicamente disattende.
Sfogliando il Piano Sanitario Regionale 2005/2007, strumento di programmazione che detta le linee guida per la salute in Toscana nei prossimi anni, possiamo leggere al paragrafo 1.2 denominato “Un Piano per il cittadino e per la comunità” le seguenti parole:
“Il diritto del cittadino alla libera scelta è promosso e valorizzato entro le diverse opportunità dell’offerta programmata e appropriata, nell’ambito territoriale di riferimento”.
Bellissimi concetti, non c’è che dire, ma nella pratica, con una scelta come quella di voler chiudere il punto nascite a Volterra, non solo non “promuovono” e non “valorizzano”, ma eliminano completamente “il diritto del cittadino alla libera scelta”, costringendo le donne incinta a mettere a rischio la propria incolumità dovendo necessariamente partorire a quaranta chilometri di distanza, in un contesto diverso dal proprio e senza una precisa continuità di cura.
Le “diverse opportunità dell’offerta programmata e appropriata” citate nel Piano probabilmente si riferiscono alle diverse opportunità che ci offrono di andarcene da una città sempre più penalizzata da scelte scriteriate.
Infine “l’ambito territoriale di riferimento”: forse l’Assessore si è dimenticato che il nostro ambito territoriale di riferimento è vastissimo, anche se scarsamente popolato, che le difficoltà della comunicazione viaria sono un dato di fatto da cui prescindere e inoltre che abbiamo dato già tanto in termini di tagli e razionalizzazioni e che forse adesso è ora di avere qualcosa in cambio.
Stiamo creando due Toscane, una fatta anche di posti e località anonime e senza storia, in cui vivere però è più facile perché si è ormai collegati a tutto e si hanno tutti i servizi e le comodità a disposizione; l’altra, fatta di un passato glorioso e dall’immagine che ci invidiano nel mondo intero, sempre più ad uso e consumo dei turisti e sempre più non vivibile per la popolazione locale, costretta a lottare per non veder insozzare le proprie colline da improbabili discariche, per riuscire a far nascere i propri figli nella loro terra, per poter continuare a mandarli nelle scuole locali, per dar loro la possibilità di farsi un futuro, avere un lavoro e comprarsi una casa nel luogo dove sono vissuti…
E l’elenco purtroppo potrebbe continuare ancora molto a lungo.
E’giunta l’ora di gettare la maschera e dirci quali sono le vostre reali intenzioni sul nostro territorio.
Il suggerimento che posso permettermi di darvi è che il prossimo Piano Regionale inizi più o meno così: “Esistono due categorie di cittadini, di serie A e di serie B, per la prima abbiamo i diritti, per la seconda solo i doveri…

Marco Buselli

Ancora sulla Chiesa di San Quirico






Ancora sulla Chiesa di San Quirico.
Così si intitola la risposta al mio articolo riguardo la "malfatta" ristrutturazione della Chiesa appunto.
Pubblicato sulla Spalletta del 26 Gennaio 2008.
E' bello vedere risposte positive.

Vi lascio il link all'articolo originale

I colori del cuore

Non c’è dubbio. Ha perso l’indifferenza, il disimpegno, l’arroganza dei potenti.
La manifestazione in difesa del diritto alla salute, svoltasi sabato a Volterra, è stata una pagina nuova e bellissima. Mille colori, diverse le bandiere, gente di tutte le età.
Un fiume di persone.
Palloncini colorati, come le storie di vita, diverse tra loro, che popolavano il corteo: associazioni, striscioni, mamme coi bambini, sindacati, lavoratori, partiti, studenti, gente comune stanca di subire continui tagli e soprusi.
Non finiremo mai di dirvi grazie perché il “comitato” vero siete proprio voi. Ci date la forza e l’energia per continuare a portare avanti le nostre rivendicazioni.
E non credete a chi vi dirà che tutto questo non è servito a niente. Che tanto hanno già deciso. Che un migliaio di persone in piazza non cambia il mondo…
Lottiamo per una cosa giusta. E questo ha più forza di qualsiasi altra cosa. Basta crederci…
Qualcuno aspettava questo momento per contarci.
Se fossimo stati “tre gatti” sarebbe stato molto più facile tagliarci alla zitta qualche altro servizio. Ma gli è andata proprio male.
Un grazie enorme infine ad una persona fantastica, che ha reso momento per momento viva e pulsante la manifestazione: Alberto Chiodi, con i suoi slogan, le canzoni e l’ironia, ha risvegliato in tutti noi i colori del cuore.

“L’uomo che sa guardarsi dentro, non vede la forza del leone, vede solo la forza del proprio cuore. Pertanto, quando egli guarda il leone, questo vede l’uomo che lo sta guardando e, osservandosi nel suo sguardo, capisce di essere soltanto un leone. Il leone vede come viene visto, si spaventa e si nasconde”. (proverbio Maya)
A giudicare da come si sono comportati i “leoni locali”, qualcuno ha già iniziato a nascondersi…

Marco Buselli
Comitato per la difesa dell’ospedale

Chiesa di San Quirico

A poca distanza dalle rive del fiume Era, nel piano che collega Molino d’Era a Prato d’Era, si trova l’antica chiesa di San Quirico. Le prime notizie intorno a questo edificio di culto risalgono addirittura al 943, in un documento con il quale il vescovo di Volterra Bosone confermava ad un tale prete Andrea il possesso della chiesa. La chiesetta, dedicata a San Quirico e Giuditta, nel X secolo costituiva il luogo dove veniva riscosso il canone annuo dal ministeriale del vescovo, nel giorno della festa di San Martino. (cfr A.Furiesi, C.Guelfi - Dizionario di Volterra)
Ceduta dal vescovo nel 1034 all’appena costituito monastero di San Giusto, la chiesa riveste per tutto il Medioevo una tappa fondamentale dell’ingresso in città dei nuovi vescovi di Volterra, usanza poi terminata nel 1574 con il vescovo Guido Serguidi. La procedura prevedeva una cerimonia piuttosto complessa oltre che sicuramente suggestiva e carica di contenuti simbolici. Un’accurata descrizione, conservata negli archivi cittadini, riguarda proprio l’investitura del vescovo Serguidi.

“La notte prima il vescovo pernottava presso Villamagna ed il giorno dopo veniva raggiunto, a circa metà del percorso fra Villamagna e Volterra, dai nobili volterrani a cavallo, che lo scortavano alla chiesa di San Quirico. Qui trovavano ad aspettarlo l’abate del monastero di San Giusto con i suoi monaci; disceso il vescovo dalla cavalcatura, veniva dall’abate fatto genuflettere davanti alla croce e poi condotto all’interno, precedendo i monaci che cantavano i salmi. Nella chiesa veniva celebrata una breve messa, a seguito della quale l’abate spogliava il vescovo del suo mantello. Terminata la cerimonia il prelato saliva su di una mula riccamente bardata ed iniziava la processione fino a Volterra, per primi venivano i monaci a due a due preceduti dalla croce, poi il vescovo attorniato dai nobili cavalieri volterrani; giungendo fino alla città nella zona di San Giusto dove era in attesa tutto il popolo di Volterra. Qui veniva accolto dai membri della famiglia Gotti, in base ad un antichissimo privilegio, che gli toglievano il galero, i sandali e gli speroni dorati conducendolo alla chiesa di San Giusto dove veniva celebrata un’altra messa solenne.” (cfr A.Furiesi, C.Guelfi - Dizionario di Volterra)

Fino al 1729 non sappiamo altro. In questo anno sopra al portale di accesso, sormontato da una lunetta, fu costruito un oculo. Anche l’altare e la porta vennero rifatti. All’interno fu collocata una pittura di Forzoni, artista volterrano, raffigurante i santi Quirico e Giuditta. La struttura portante, esempio di romanico ad una sola navata con abside, venne restaurata anche nel 1768 dai monaci di Badia (evento ricordato da una lapide commemorativa). Interdetta nel 1800, diciannove anni dopo risultava nel catasto ridotta a semplice annesso agricolo. Lo stato di abbandono si aggrava nel novecento. La copertura del tetto viene asportata per servire ad altri edifici. Qualche decina di anni fa viene infine effettuato l’ultimo restauro, seguito da veementi critiche perché giudicato inadatto. Siamo al punto. Constatate di persona soffermandovi un attimo quando passerete di là. Accanto alla zona “gioiello” industriale di San Quirico. La copertura del tetto della chiesa è inguardabile, le sabbiature dei muri improbabili. Non so quale fosse esattamente in antico la volumetria dell’edificio ma dubito che la parte aggettante che si nota sulla sinistra sia conforme all’originale o ne rappresenti almeno una parvenza. Ho provato a cancellarla con Photoshop: solo un gioco per stimolare una riflessione critica in merito. Ai veri esperti la parola…
Marco Buselli – SOS Volterra

San Quirico poi..

Ho provato a cancellarla con Photoshop: solo un gioco per stimolare una riflessione critica in merito. Ai veri esperti la parola…

Benvenuto

Ho l'onore di scrivere il primo post nel blog di Marco Buselli.
Marco abita a Volterra da sempre. Negli ultimi anni, visto il continuo "nulla fare" nella sua Città ha deciso di intraprendere un percorso, fatto di articoli e di battaglie contro l'ingiusto e il non fatto.
Strade, scuole, ospedale e cura della Città tutta sono alcune battaglie intraprese da Marco.
In breve tempo Marco si è affermato come punto di riferimento per le persone che, come lui, hanno la volontà e il coraggio di mettersi in prima fila per "fare" ciò che non è stato mai fatto.
Nella situazione politica attuale, dove la destra e la sinistra spesso si fondono insieme per "interessi comuni", dove il cittadino ormai vota il "meno peggio", c'è oltremodo bisogno di giovani intraprendenti come Marco.
Questo blog vuole essere il punto di incontro tra Marco e le persone che la pensano come lui, oltre all'archivio delle sue battaglie. Ogni suo articolo infatti sarà sempre visibile nel blog.
A Marco, mio autorevole cugino, vanno i miei più grandi auguri di un buon lavoro.