Oggi quella che si chiama “sinistra” in Italia e nel mondo fondamentalmente ha due anime: la prima che nella pratica si è arresa all’economia di mercato e ai suoi dogmi, l’altra che si ostina a credere che un altro mondo è possibile.
Nella nostra amata regione, rossa da sempre, può accadere che, per rincorrere il mito odierno dell’efficienza / efficacia / razionalizzazione, si perdano di vista gli ormai solo sbandierati principi che dovrebbero specificamente connotare l’agire di un governo di sinistra, per arrivare infine a danneggiare i più deboli, gli svantaggiati, quelli che non rispondono ai criteri e alle leggi non scritte del dio mercato.
Il bello è che a parole chi ci governa si sciacqua ancora la bocca con quei principi che nella realtà poi sistematicamente disattende.
Sfogliando il Piano Sanitario Regionale 2005/2007, strumento di programmazione che detta le linee guida per la salute in Toscana nei prossimi anni, possiamo leggere al paragrafo 1.2 denominato “Un Piano per il cittadino e per la comunità” le seguenti parole:
“Il diritto del cittadino alla libera scelta è promosso e valorizzato entro le diverse opportunità dell’offerta programmata e appropriata, nell’ambito territoriale di riferimento”.
Bellissimi concetti, non c’è che dire, ma nella pratica, con una scelta come quella di voler chiudere il punto nascite a Volterra, non solo non “promuovono” e non “valorizzano”, ma eliminano completamente “il diritto del cittadino alla libera scelta”, costringendo le donne incinta a mettere a rischio la propria incolumità dovendo necessariamente partorire a quaranta chilometri di distanza, in un contesto diverso dal proprio e senza una precisa continuità di cura.
Le “diverse opportunità dell’offerta programmata e appropriata” citate nel Piano probabilmente si riferiscono alle diverse opportunità che ci offrono di andarcene da una città sempre più penalizzata da scelte scriteriate.
Infine “l’ambito territoriale di riferimento”: forse l’Assessore si è dimenticato che il nostro ambito territoriale di riferimento è vastissimo, anche se scarsamente popolato, che le difficoltà della comunicazione viaria sono un dato di fatto da cui prescindere e inoltre che abbiamo dato già tanto in termini di tagli e razionalizzazioni e che forse adesso è ora di avere qualcosa in cambio.
Stiamo creando due Toscane, una fatta anche di posti e località anonime e senza storia, in cui vivere però è più facile perché si è ormai collegati a tutto e si hanno tutti i servizi e le comodità a disposizione; l’altra, fatta di un passato glorioso e dall’immagine che ci invidiano nel mondo intero, sempre più ad uso e consumo dei turisti e sempre più non vivibile per la popolazione locale, costretta a lottare per non veder insozzare le proprie colline da improbabili discariche, per riuscire a far nascere i propri figli nella loro terra, per poter continuare a mandarli nelle scuole locali, per dar loro la possibilità di farsi un futuro, avere un lavoro e comprarsi una casa nel luogo dove sono vissuti…
E l’elenco purtroppo potrebbe continuare ancora molto a lungo.
E’giunta l’ora di gettare la maschera e dirci quali sono le vostre reali intenzioni sul nostro territorio.
Il suggerimento che posso permettermi di darvi è che il prossimo Piano Regionale inizi più o meno così: “Esistono due categorie di cittadini, di serie A e di serie B, per la prima abbiamo i diritti, per la seconda solo i doveri…”
Marco Buselli